Passeggiare oggi nel Circo Massimo significa calpestare lo stesso suolo dove, duemila anni fa, si svolgevano le corse delle bighe romane. Questo enorme spazio verde nel cuore di Roma, lungo oltre 600 metri, è uno dei siti archeologici più estesi e accessibili della città. A differenza di molti monumenti a pagamento, qui l’ingresso è gratuito, permettendo di immergersi liberamente nell’atmosfera dell’antica Roma. La vista spazia dal Palatino, dove sorgevano le dimore degli imperatori, fino all’Arco di Costantino, creando un colpo d’occhio unico sulla storia della città. Non ci sono barriere o percorsi obbligati: puoi camminare lungo quella che era la pista, immaginare le gradinate piene di 250.000 spettatori e apprezzare la posizione strategica, a due passi dal Foro Romano e dal Colosseo. È il luogo ideale per una sosta durante un tour dei Fori Imperiali, per un picnic all’ombra dei pini o semplicemente per capire le dimensioni monumentali dell’ingegneria romana.
Il Circo Massimo a Roma: l’antico stadio dei gladiatori, oggi un parco archeologico libero da visitare tutto l’anno, perfetto per una pausa tra storia e relax.
- Via dei Cerchi, Roma (RM)
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Cose da sapere
Introduzione
Cenni storici
- VI sec. a.C.: Prime strutture in legno per gare e spettacoli.
- I sec. a.C. – I sec. d.C.: Ristrutturazioni in muratura sotto Cesare e Augusto. Capacità massima di 250.000 spettatori.
- 549 d.C.: Ultima corsa di bighe documentata.
- XVI sec.: L’area diventa proprietà privata (Orti Farnesiani).
- 1930-oggi: Scavi archeologici e trasformazione in parco pubblico.
Cosa vedi oggi camminando
Un palcoscenico per eventi moderni
Perché visitarlo
Quando andare
Nei dintorni
💡 Curiosità
Qui non correvano solo le bighe: il Circo Massimo ospitava anche naumachie (battaglie navali simulate) e venne usato per secoli, fino al VI secolo d.C. Oggi, sotto l’erba, si nascondono i resti delle strutture originarie, come i carceres (i cancelli di partenza) e la spina centrale, visibili in parte. Un dettaglio spesso trascurato: la collina artificiale all’estremità sud, il Monte Testaccio, è in realtà un antico cumulo di cocci (testae) delle anfore usate per il commercio nell’antico porto di Roma, testimonianza tangibile della vita economica della città.
